Sabato 21 Luglio, il grande maestro Kengiro Azuma, alla
richiesta di illustare il pensiero dell’opera che ha presentato nell’Abbazia, (
una goccia d’acqua realizzata in bronzo) ha ripercorso in quasi due ore di
conferenza, i presupposti della sua ricerca artistica.Una grande lezione di
vita. Doveva morire come Kamikaze per
l’imperatore del giappone; una settimana
prima del suo ultimo viaggio sull’aereo carico di esplosivo, finisce la guerra
, con le due bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki; non parte.
Poi si rende conto che l’Imperatore non è il Dio Sole in cui
credeva, ma una persona come noi; questo gli provoca una profonda crisi
spirituale, come se la fede, la sua parte invisibile,i suoi sentimenti si fossero
staccati completamente dal corpo umano.
Tutta la sua straordinaria ricerca artistica, dopo aver
trascorso 20 anni a fianco del maestro Marino Marini, e sulla ricerca di quella
parte invisibile, spirituale ( fede) che
lo aveva traumatizzato dopo la guerra.
Nonostante non sia cristiano,una sua sala personale è
presente ai Musei Vaticani e ancora oggi , all’età di 86 anni , sta lavorando
con grande energia ad un importante progetto scultoreo per una Chiesa
Francescana. La goccia d’acqua , che ha presentato all’abbazia, è come la
nostra vita dice; una forma perfetta, simbolo della natura e dell’ambiente, nel
momento in cui si forma sotto una
grondaia, in un attimo sparisce e cade a terra. Poi con il calore del terreno,
ritorna verso il cielo , poi si condensa e si crea un ciclo; anche noi , con i nostri desideri in vita tendiamo
verso l’alto, poi quando moriremo il
nostro corpo tornerà sotto terrà e sparirà; ma la parte invisibile, resterà a
memoria per le generazioni successive. È questa parte invisibile, che Azuma
come scultore ci rappresenta nelle sue opere e ci commuove.